Coronavirus: “In Lombardia un assalto multiplo e concentrico”. Due i ceppi presenti dalla metà di gennaio secondo uno studio del Niguarda e del San Matteo

20 luglio 2020

Coronavirus: “In Lombardia un assalto multiplo e concentrico”. Due i ceppi presenti dalla metà di gennaio secondo uno studio del Niguarda e del San Matteo

 

Milano – La Lombardia ha subito “un assalto multiplo e concentrico” da parte di due ceppi di SARS-Cov-2 circolanti sin dalla metà di gennaio. Il primo presente nel sud della Lombardia tra Lodi e Cremona e l’altro nel centro nord, a partire da Bergamo. Lo evidenzia lo studio promosso e sostenuto da Fondazione Cariplo condotto dai ricercatori della Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano e della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia.

Si tratta dell’analisi più ampia realizzata sino a oggi sul sequenziamento del virus in una stessa area geografica. Sono state analizzate le sequenze genomiche virali da circa 350 pazienti, provenienti da aree diverse della regione derivati da tamponi raccolti dal 22 febbraio al 4 aprile. I risultati sono corroborati dalla valutazione della siero-prevalenza di anticorpi neutralizzanti contro SARS-CoV-2 nei donatori di sangue della Zona Rossa di Lodi che, oltre che a consentire di stimare precisamente la diffusione dell’infezione, ha identificato cinque soggetti sieropositivi nel periodo tra il 12 e il 17 febbraio 2020. Tenendo conto che gli anticorpi neutralizzanti si sviluppano circa 3-4 settimane dopo l’infezione, secondo i ricercatori questi dati dimostrano la presenza del virus a partire dalla seconda metà di gennaio.

“I dati raccolti – spiega il responsabile scientifico dello studio Carlo Federico Perno, già direttore della Medicina di Laboratorio del Niguarda - mostrano inequivocabilmente che il virus è entrato in Lombardia prima di quel che si pensasse in origine e, soprattutto, lo ha fatto con assalti multipli e concentrici di ceppi virali diversi, in luoghi diversi ma in tempi molto vicini tra loro” . “Il virus - aggiunge Fausto Baldanti, responsabile del Laboratorio di Virologia molecolare del San Matteo e professore dell’Università di Pavia - ha caratteristiche genetiche molto più simili a quelli oggi presenti in Europa che non a quelli circolanti in Cina. L’ingresso quindi non è diretto dalla Cina ma mediato da una fase Europea. Quando è stato riscontrato il primo caso a Codogno, in una forma leggermente diversa, lo stesso era già presente nella zona nord (includente Alzano e Nembro)”.

Lo studio ha riscontrato anche un numero limitato di differenze tra i ceppi virali esaminati, Sono state appena sette le mutazioni nucleotidiche individuate su un totale di circa 30.000 basi di genoma virale. “A latere dello studio – specifica Perno - la scarsa variabilità virale riscontrata, sia nel tempo che nelle diverse aree geografiche, supporta l’ipotesi di un vaccino efficace e spinge ulteriormente la ricerca mondiale in questa direzione”.

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Responsabile della pubblicazione: Ufficio Comunicazione
Ultimo aggiornamento: 20/07/2020