Covid-19: allo “Spallanzani” parte la sperimentazione del vaccino
Covid-19: allo “Spallanzani” parte la sperimentazione del vaccino
25 agosto 2020
ROMA - È stata avviata ieri all’Istituto Nazionale malattie Infettive (INMI) “Lazzaro Spallanzani” di Roma la sperimentazione sull’uomo di GRAd-COV2, il candidato vaccino italiano contro SARS-CoV-2, il virus che causa COVID-19, realizzato, prodotto e brevettato dalla società biotecnologica italiana ReiThera. La prima dose è stata somministrata con iniezione intramuscolare a una donna cinquantenne che, nei prossimi mesi, sarà sottoposta a controlli periodici per verificare la sicurezza e la tollerabilità del vaccino, nonché eventuali effetti collaterali.
Il GRAd-COV2 ha superato i test preclinici effettuati sia in vitro che in vivo su modelli animali, che hanno evidenziato la forte risposta immunitaria indotta dal vaccino e il buon profilo di sicurezza, e ha ottenuto successivamente l’approvazione della fase 1 della sperimentazione sull’uomo da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Agenzia Italiana del Farmaco e del Comitato Etico Nazionale per l’Emergenza COVID-19.
La sperimentazione, messa a punto da un team di ricercatori e clinici dello Spallanzani in collaborazione con ReiThera, sarà effettuata su novanta volontari suddivisi in due gruppi per età: 45 tra i 18 e i 55 anni, altrettanti di età superiore ai 65 anni. Ciascun gruppo sarà suddiviso in tre sottogruppi da 15 persone, a ciascuna delle quali verrà somministrato un diverso dosaggio del preparato vaccinale. Una parte della sperimentazione sarà effettuata presso il Centro Ricerche Cliniche - Policlinico G.B. Rossi di Verona. Se i primi risultati della fase 1 saranno positivi, entro la fine dell’anno potranno prendere il via le fasi 2 e 3, che saranno condotte su un numero maggiore di volontari anche in paesi dove la circolazione del virus è più attiva.
Attraverso la tecnologia del “vettore adenovirale non-replicativo”, il virus inoculato, assolutamente innocuo per l’uomo, è stato modificato per azzerarne la capacità di replicazione. Al suo interno, infatti, è stato inserito il gene della proteina S del SARS-CoV-2, il principale bersaglio degli anticorpi prodotti dall’uomo quando il coronavirus penetra nell’organismo. Una volta iniettato nelle persone, questo virus modificato, o meglio la proteina S che trasporta, provocherà la risposta del sistema immunitario dell’organismo.