Covid-19: come prevenire una seconda ondata epidemica
Covid-19: come prevenire una seconda ondata epidemica
02 aprile 2020
Bergamo-Parigi - I dati sull’andamento delle infezioni da Covid-19 in Italia dei giorni scorsi sembrano finalmente evidenziare una diminuzione dei contagi, ma gli scienziati stanno già studiando l’ipotesi di una seconda ondata epidemica. Si occupa di questo tema l’analisi condotta da Boris Bikbov, ricercatore dell'Istituto Mario Negri di Bergamo, e da Alexander Bikbov, ricercatore della Scuola Superiore delle Scienze Sociali a Parigi, che hanno proposto una sintesi delle conoscenze attuali sulla malattia con un approccio multidisciplinare alla lettura della casistica e agli articoli pubblicati dagli esperti. Questo metodo potrebbe, infatti, consentire di capire se le misure finora adottate sono sufficienti per contenere la diffusione del coronavirus e per evitare nuovi picchi.
Dal punto di visto epidemiologico, ci sono due caratteristiche principali che determinano la dinamica dell'epidemia. Per quanto riguarda il tempo di incubazione, alla fine dei 14 giorni di isolamento per una persona su 100 c'è una possibilità che anche dopo questo periodo la malattia continui e il virus si propaghi. Ci sono pochi studi, inoltre, sulla durata dell’infezione. Su questo aspetto quello che emerge dall’approfondimento dei due esperti è che il periodo può variare in base alla gravità dell’infezione. I pazienti gravi, secondo le informazioni disponibili, diffondono il virus per 20 giorni in media, invece per pochi pazienti questo periodo può durare fino a 37 giorni. Per i pazienti lievi la durata media è di 10 giorni, ma per alcuni continua fino ai 15 giorni.
La situazione diventa ancora più complessa se si considerano gli asintomatici, il 18-30% di tutta la popolazione contagiata. “Questa informazione - dice Alexander Bikbov - non deve alimentare la paura nelle persone, ma deve servire per sviluppare un approccio razionale per combattere l'epidemia a livello individuale e collettivo”.
Lo studio, infine, analizza gli aspetti sociologici, in particolare la comunicazione dei governi e la percezione da parte del pubblico delle misure preventive, e l’impatto psicologico dell’epidemia sulla popolazione.