Patient Experience: a Lodi un progetto per la valutazione del percorso dei cronici
Patient experience: a Lodi un progetto sperimentale per la valutazione del percorso cronicità
18 febbraio 2021
MILANO – Sviluppare le basi di un modello di valutazione della “patient experience” come strumento di governo del processo di presa in carico dei cronici (PIC) a partire dal punto di vista dei malati. E’ l’obiettivo principale del progetto “Sperimentazione di un questionario di valutazione della patient experience nell’ambito delle attività di presa in carico presso l’ASST di Lodi”, promosso dall’Agenzia di Controllo del Sistema Sociosanitario lombardo in collaborazione con l’Azienda socio sanitaria territoriale di Lodi e il corso di Laurea Magistrale in Scienze cognitive e processi decisionali dell’Università degli Studi di Milano.
I risultati dell’iniziativa sono stati presentati stamattina durante un incontro online a cui sono intervenuti, tra gli altri, Enrico Tallarita, direttore sociosanitario dell’Asst di Lodi, Marco Onofri, direttore di Acss Lombardia, Sara Forlani, direttore Medicina Bassa Intensità e Centro Servizi Cronicità, Maristella Moscheni – Direttore U.O. Controllo Accessibilità – Acss Lombardia, Maria Grossi – Coordinatrice centro servizi cronicità, Chiara Guglielmetti, docente del Dipartimento di Economia, Management e Metodi Quantitativi dell’Università degli Studi Di Milano.
La ricerca è stata condotta coinvolgendo 200 pazienti afferenti al Centro Cronicità di Lodi (età media 70 anni) attraverso interviste telefoniche condotte tra gennaio e luglio del 2019 da una psicologa specificatamente formata. Durante l’intervista è stato somministrato il questionario IEXPAC (Instrumento de Evaluaciòn de la eXperiencia del PAciente Crònico, Mira et al., 2016. www.iexpac.org), una scala di misura sviluppata in Spagna utilizzata per misurare l’esperienza del paziente in modelli organizzativi ispirati al Chronic Care Model.
Lo strumento è composto da 15 domande che considerano tre dimensioni fondamentali per la presa in carico dei pazienti affetti da cronicità: le interazioni efficaci con il personale e con le reti, i modelli relazionali e le competenze di self-management dei pazienti.
I dati raccolti sono stati poi discussi in un focus group nell’ottobre del 2019 con ulteriori 15 pazienti che ha permesso di meglio comprendere alcuni dei risultati.
L’elemento più importante emerso dalla ricerca è che la presa in carico offerta dai professionisti del Centro Servizi Cronicità è percepita come di alto livello, molto positiva e soddisfacente. In particolare, l’88,4% dei partecipanti ha affermato che gli operatori sanitari sembrano occuparsi non solo della salute fisica e della patologia, ma anche della qualità della vita e del benessere dei pazienti, così come il 79% ha apprezzato l’efficace coordinamento multidisciplinare tra le figure professionali di riferimento. In generale il Centro ha ottenuto quindi valutazioni ottime su tutte le dimensioni indagate.
Se tali risultati forniscono un quadro lusinghiero della qualità della presa in carico esperita dai pazienti, dall’altro non hanno consentito di individuare eventuali aree di criticità del servizio in un’ottica di miglioramento del sistema. Inoltre, da un punto di vista metodologico, uno degli obiettivi della ricerca era la valutazione della validità e applicabilità nel nostro sistema sanitario di questo strumento ampiamente utilizzato in Spagna. Come rileva la professoressa Chiara Guglielmetti, la ricerca ha permesso di comprendere come alcune domande necessitino di una riformulazione che le renda più vicine al linguaggio naturale utilizzato dai pazienti e quindi più comprensibili, nonché prevedere opzioni di risposta adattate al contesto italiano. In una logica di applicazione estensiva ad altre realtà di cura sarà inoltre necessario valutare con attenzione l’adeguatezza e la sostenibilità della somministrazione telefonica.
La sperimentazione è stata anche oggetto di una tesi di laurea magistrale a cura della psicologa Lavinia Iuliano.
La progettazione proseguirà con l’Asst di Lodi e sarà successivamente estesa ad altre aziende sociosanitarie lombarde.